Giro d’Italia 2023, i nuovi regolamenti potrebbero spingere la Lotto – Dstny a cambiare idea e accettare l’invito?
L'introduzione da parte dell'UCI del nuovo regolamento impone necessariamente delle riflessioni sui piani delle Professional e sui benefici delle nuove regole
L’UCI potrebbe aver cambiato i piani della Lotto – Dstny. Inizialmente la formazione belga, che dal primo gennaio farà parte della categoria Professional, aveva fatto sapere di voler rifiutare la WildCard automatica per il Giro d’Italia 2023. Il team, infatti, ha tra gli obiettivi del 2023 quello di iniziare a raccogliere più punti possibili per poter tornare tra tre anni nel WorldTour e il regolamento suggeriva di scegliere di mandare i propri uomini forti alle corse secondarie invece che al primo GT della stagione. Il nuovo sistema di punti annunciato nei giorni scorsi dall’UCI rende tuttavia completamente errato e controproducente un ragionamento di questo tipo.
Dando una rapida occhiata alle tabelle dei punteggi, infatti, appare chiaro come dal 2023 le corse WorldTour saranno quelle che assegneranno più punti rispetto alle corse di categoria ProSeries o inferiore. Questa modifica è stata introdotta dopo le tante proteste che erano arrivate da parte di corridori e dirigenti di alcune squadre che non ritenevano di ricevere il giusto premio per i loro impegni nelle corse più importanti. Inoltre, con questa norma l’UCI tutela le prove più importanti del calendario: adesso sarà molto improbabile vedere corridori che (tra)lasciano i GT per andare a fare punti in corse di seconda fascia.
Queste novità impongono, però, due tipi di riflessione. La prima riguarda proprio la Lotto – Dstny: la formazione belga, infatti, che per effetto dei punti raccolti nel 2022 ha le WildCard garantite per tutte le corse di categoria WorldTour, potrebbe valutare adesso di sfruttare più inviti possibili e di non rinunciare più ad altre corse (per esempio, ha già annunciato che non sarà al via del Tour Down Under 2023). Discorso simile potrebbe essere fatto anche per la TotalEnergies che inizialmente sembrava decisa a rinunciare alla Corsa Rosa. La seconda impone, invece, di guardare a quello che potrebbe succedere nel prossimo triennio; se le regole non cambieranno, infatti, tra tre anni verranno riassegnate nuovamente le licenze, tenendo conto dei punti raccolti dal 2023 al 2025. Con questo nuovo sistema, però, sarà più complicato per una Professional salire di livello: i punti maggiori verranno raccolti, infatti, nelle corse WorldTour, alle quali le formazioni di seconda categoria non sono certe di partecipare, ad eccezione delle prime due del ranking dell’anno precedente (con eccezione per quest’anno, visto che la Israel – Premier Tech ha ricevuto invito speciale dall’UCI, ad eccezione dei GT).
E questo tema riporta ad una discussione che oramai da anni viene affrontata in gruppo. Per molti versi, infatti, applicare un sistema di promozioni e retrocessioni al ciclismo attuale non sembra molto meritorio. Se tutte le squadre WorldTour corrono lo stesso numero di prove di prima categoria, ben diverso è il discorso per le Professional: questi team, infatti, posso partecipare solo alle competizioni per le quali ricevono gli inviti dagli organizzatori. È quindi chiaro come a fine triennio non tutte le squadre avranno corso lo stesso numero di gare WorldTour e non avranno, quindi, avuto le stesse possibilità di fare punti. Non sarebbe quindi forse meglio un sistema di promozione / retrocessione legato solamente ai punti ottenibili nelle corse della propria categoria?
Oltre a favorire le corse WorldTour, che potrebbe essere anche visto come un modo per dare agli appassionati la certezza di avere al via delle migliori corse i migliori corridori, il nuovo regolamento sembra quindi favorire sempre più le grandi squadre anche per un’altra importante modifica. Se finora il conteggio dei punti del team era realizzato sommando quello dei migliori dieci corridori, ora si terrà conto dei punti di ben venti corridori. Una introduzione anche questa spesso richiesta, ma che forse ora appare eccessiva. Squadre che hanno infatti venti corridori in organico (minimo da regolamento UCI per poter iscrivere un team nella categoria Professional), come possono competere con squadre che ne hanno invece 25-30? Basta, ad esempio, un infortunio di lunga durata per far sì che una squadra parta inevitabilmente con un deficit di punti rispetto alle rivali.
Se l’idea è buona perché permette di evitare alcune storture tattiche, come corridori fuori forma o non adatti al percorso che vengono indicati capitani dal team visto che i punti ottenuti da altri corridori non sarebbero conteggiati, anche in questo caso si rischia tuttavia pesantemente di favorire le grandi squadre, senza dare le stesse opportunità a tutte le squadre. Forse si poteva pensare ad una via di mezzo, senza passare da un eccesso all’altro?
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